La sicurezza alimentare, ingrediente chiave dell’esperienza cliente

10/7/2025
La sicurezza alimentare, ingrediente chiave dell’esperienza cliente
pubblicato su  Aggiornato il  

Quando ordiniamo un cono da asporto o riceviamo il nostro burger via delivery, non pretendiamo solo gusto: vogliamo essere certi che ogni passaggio, dal magazzino al sacchetto, rispetti regole severe di igiene e tracciabilità. Il quadro normativo europeo è chiaro: il Regolamento (CE) 1935/2004 impone che tutti i materiali a contatto con alimenti siano “iner­ti”, ossia non cedano sostanze indesiderate al cibo. Questa norma, nella sua versione italiana, è la base su cui si muove chiunque lavori nel Food Service. 

Cosa sono davvero le certificazioni alimentari

Le certificazioni sono attestati rilasciati da organismi indipendenti che confermano il rispetto di standard riconosciuti a livello internazionale. Nel panorama italiano i quattro pilastri più diffusi sono:

  • HACCP: metodologia obbligatoria in UE che individua e controlla i punti critici di processo, illustrata in dettaglio dal Ministero della Salute.

  • ISO 22000: standard globale che integra l’approccio HACCP in un sistema di gestione strutturato, spiegato da CSQA e altri enti certificatori italiani.

  • BRCGS Food Safety: schema richiesto di frequente dalla GDO, con linee guida in italiano fornite da Certiquality.

  • IFS Food: standard analogo che valuta in profondità i processi interni, diffuso in Italia tramite il portale ufficiale IFS.

Al di là della sigla, tutti puntano sul miglioramento continuo: audit periodici, formazione costante e monitoraggio dei fornitori.

Perché ristoranti e gelaterie non possono farne a meno

Che si tratti di un locale stellato o di un chiosco stagionale, un sistema certificato riduce drasticamente il rischio di contaminazioni, fornisce prove di conformità in caso di controlli e apre porte commerciali. Tour operator, mense aziendali e piattaforme di food delivery chiedono sempre più spesso di visionare i certificati prima di avviare partnership. Secondo un’indagine Coldiretti, nel 2025 in Italia si registra quasi un allarme alimentare al giorno legato a importazioni non conformi: la fiducia va conquistata, non data per scontata.

MOCA e packaging: quando la sicurezza continua fuori dalla cucina

La catena del valore non si ferma al prodotto alimentare. Scatole porta torta, sacchetti porta pasta e altri contenitori alimentari  devono essere conformi ai requisiti MOCA. Ciò significa scegliere carte, colle e inchiostri idonei, corredati da dichiarazioni di conformità pronte per eventuali controlli. Integrare il pittogramma “idoneo al contatto alimentare” e un QR code che rimanda alla scheda tecnica sul packaging personalizzato trasforma un oggetto d’uso quotidiano in un gesto di trasparenza, capace di rassicurare il cliente ancor prima di assaggiare il prodotto. 

Certificazioni e stampa personalizzata: un binomio vincente

Quando un’azienda decide di unire la certificazione di sicurezza alimentare a una grafica su misura, il risultato è un imballo che parla subito al consumatore. I marchi che attestano l’idoneità al contatto con gli alimenti, come la conformità alle norme europee sui Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti (MOCA), offrono la garanzia che il contenitore non rilascerà sostanze indesiderate nel cibo. Se questi simboli di qualità vengono stampati in modo chiaro e accattivante insieme al logo e ai colori del brand, il packaging diventa lo strumento perfetto per trasmettere fiducia e riconoscibilità in un colpo d’occhio.

Il vantaggio è particolarmente evidente nei contenitori alimentari. Avere queste informazioni stampate direttamente sull’imballo, magari accompagnate da un breve messaggio che spiega la certificazione, semplifica la scelta del cliente e aiuta il prodotto a distinguersi tra gli scaffali del supermercato o nelle piattaforme di delivery.

Trend 2025: cultura della sicurezza, trasparenza digitale e materiali green

Gli aggiornamenti più recenti degli standard, come la nuova versione BRCGS e la spinta europea verso l’“imballaggio sostenibile” (PPWR), vanno tutti nella stessa direzione:

  1. Cultura della sicurezza: coinvolgere ogni dipendente, dal cuoco allo stagista, nei buoni comportamenti quotidiani.

  2. Trasparenza digitale: un QR code sul sacchetto può aprire a video sulla filiera o mostrare certificati aggiornati in tempo reale.

  3. Sostenibilità: cresce la domanda di imballaggi monomateriale e riciclabili, tendenza confermata dalle analisi di settore dedicate al Packaging 2025.

Dall’audit al servizio in sala: la sicurezza come abitudine quotidiana

Ottenere un certificato è solo l’inizio: i benefici reali emergono quando la filosofia di sicurezza alimentare diventa routine. Significa aggiornare le schede tecniche a ogni cambio fornitore, formare il personale sul corretto uso di sacchetti e box, registrare anche le non conformità minori per discuterle periodicamente. Chi adotta questo approccio non solo riduce sprechi e richiami di prodotto, ma guadagna anche fiducia dalle assicurazioni, che vedono abbassarsi il rischio di sinistri.

Reputazione e ritorno economico

Packaging certificato e ben stampato non è solo tutela della salute: influisce sulla percezione del brand. Quando un influencer fotografa una vaschetta con la dicitura “MOCA compliant” e un design curato, trasferisce istantaneamente fiducia alla sua community. Al contrario, uno studio pubblicato da Food Affairs ricorda che oltre la metà degli italiani si dice preoccupato per le contaminazioni: la trasparenza, quindi, non è un orpello ma un fattore di scelta.

Conclusioni

Le certificazioni alimentari possono sembrare un labirinto di sigle, ma, affrontate con metodo, si trasformano in un potente alleato di crescita. Grazie a un partner specializzato come PrintCentral, che già utilizza prodotti e inchiostri idonei, diventa più semplice personalizzare contenitori alimentari sicuri, lasciando a titolari e responsabili il tempo di concentrarsi su ciò che sanno fare meglio: offrire prodotti buoni, sicuri e indimenticabili.